Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

domenica 15 maggio 2022

Un Giorno ad Armonia - Rota Sofia - Visconti Pietro

  

 

Buongiorno, Cari Amici Lettori, oggi torniamo insieme ad Armonia,

leggiamo le storie di Sofia e Pietro.

(dalla classe 2^C, scuola Scafiti di Busalla, GE)

(cliccate qui per saperne di più sul laboratorio #armonialatuastoria)

 Rota Sofia

CACCIA ALL’UOVO



Oggi è il mio primo giorno di scuola ad Armonia, sono molto entusiasta. Per l'occasione indosso le mie amate Jordan, un paio di jeans neri un po’ over size e il maglione a righe colorate. Per darmi un tono, porto alle orecchie le airpods, che fanno sempre fico, e in testa il cappellino con la visiera.

I miei genitori mi hanno accompagnata all’ingresso e mi hanno lasciata lì, con me ho il mio fedele flauto.

Non conosco nessuno, perciò cerco di trovare velocemente la mia classe e mi ci infilo dentro.

Sulla porta mi blocco: dove mi siedo adesso? Tra i miei compagni che sono già lì vedo un ragazzino biondino che se ne sta in disparte: mi sembra innocuo. Decido di sedermi vicino a lui! Si chiama Carlos, è timido ma mi sembra un tipo simpatico, penso che andremo d’accordo.

Poco dopo entra in classe la preside: “Buongiorno ragazzi. Sono la preside Orchestri. Benvenuti nella mia scuola. Oggi vi porterò a fare un giro dell’istituto e conosceremo alcuni professori”.

Dopo un lungo tour della scuola veniamo accompagnati alle fattorie. Qui conosciamo il prof Filippo che si occupa della gestione degli animusi: sono emozionata e non vedo l’ora di conoscere il mio!

Finalmente mi consegnano l’uovo, lo tratterò con cura.

Pranzo seduta vicino a Carlos, White, Alexio e Jade: subito c’è un pò di imbarazzo ma grazie alla prima battuta di Alexio ridiamo tutti.

Nel pomeriggio abbiamo la prima lezione di storia della Musicomagia con la prof Severini. La prof ci spiega che gli animusi si nutrono solo di musica: “Oggi creerete la vostra prima melodia per crescere il vostro animusi. Iniziamo ad esercitarci”. Suonare il flauto mi è sempre piaciuto ma adesso che ha uno scopo sono ancora più felice.

Una settimana dopo, finalmente, il mio uovo si schiude… è un topogallo! Lo chiamerò Chumpy. Sono eccitata; devo dirlo a qualcuno così corro subito da White, Jade e gli altri.

Li trovo in giardino vicino alla vecchia quercia a bisbigliare tra di loro.

Mi avvicino: “Ciao ragazzi, cosa succede?”

Carlos mi guarda con gli occhi pieni di lacrime: “Ho perso il mio uovo.”

“Ma come lo hai perso? Dobbiamo assolutamente trovarlo!”.

Carlos mi spiega tutti i dettagli sulla sparizione dell’uovo: “Lo avevo lasciato sul mio banco per andare in bagno e quando sono tornato non c’era più! Se non lo ritrovo al più presto la preside mi caccerà dalla scuola!”.

“Tranquillo Carlos! Adesso andiamo in classe e chiediamo a tutti i nostri compagni se hanno visto qualcosa.”

Interroghiamo tutti, ma sembra che nessuno abbia visto nulla.

Solo Stecco appare a disagio per le nostre domande; è il bulletto della classe e il suo banco è proprio dietro a quello di Carlos.

Appena fuori dall’aula mi giro verso Carlos: “Ho l’impressione che Stecco ci nasconda qualcosa! Dobbiamo tenere d’occhio il suo armadietto in modo da vedere dentro appena lo apre.”

Detto fatto, corriamo verso gli armadietti, ci appostiamo vicino alla scala, per non dare troppo nell’occhio. I corridoi sono deserti. Furtivi come ninja ci avviciniamo all’armadietto di Stecco e sentiamo un rumore strano: “Miaoo! Miaoo!”

Chiamiamo subito la preside Orchestri che con un piede di porco sfonda l’armadietto. All’interno troviamo un piccolo batuffolo nero con gli occhi verdi: è un gattufo. Stare chiuso dentro l’armadietto lo ha agitato molto. Carlos si avvicina e con delicatezza lo prende e se lo avvicina al petto: "è un maschio!” urla.

Siamo tutti felicissimi ma, appena la preside posa il piede di porco, un’aria gelida attraversa il corridoio. Cosa succederà a Stecco?

 Visconti Pietro

IL MONDO DI FETTIW



Tanto tempo fa, in una terra lontana lontana, in luogo assai misterioso, si trovava un essere vivente con le somiglianze di un drago e di un gufo.

Aveva artigli e denti talmente affilati quasi da poterli vedere da un chilometro di distanza, delle ali con una apertura che superava i trenta metri di lunghezza e una rotazione della testa di trecentosessanta gradi e una coda lunga, spinosa e squamosa.

Questo Animusi misterioso, era un cosidetto DraGufo, di nome Jango.



Jango era un Animusi del tutto innocuo, proveniva dal sistema di Fettiw e lui, insieme alla sua famiglia era scappato per anni dai cacciatori di Animusi, fino a che non aveva trovato un rifugio nascosto.

Questo rifugio era di un vecchio LeoDrillo, ormai andato in pensione; perché, dovete sapere, all’epoca della guerra degli Animusi, attiva ancora adesso, i LeoDrilli e i DraGufi erano alleati contro i loro cacciatori.

La paura più grande della famiglia dei DraGufi era di essere trovati dal cacciatore più temuto di tutti i tempi, ovvero James Kenwey.

Per questo motivo era rimasto nascosto nel rifugio del LeoDrillo.

Il loro obbiettivo era di partire verso il luogo segreto e starsene al sicuro fino alla fine della guerra.

Il problema era quello di arrivarci perché i cacciatori controllavano ogni metro quadro del territorio.

Fu il LeoDrillo che decise di aiutare la Famiglia dei Dragufi, chiamando tutti i suoi ex soldati ed escogitando un piano per farla scappare.

Il piano consisteva nel creare un disorientamento nei cacciatori, sacrificare LeoDrillo e i suoi ex soldati per condurli verso un falsa pista, cosicché la famiglia dei DraGufi e Jango sarebbero riusciti ad oltrepassare i confini e ad arrivare nel loro luogo segreto.

Nella missione ci fu uno scontro durissimo dove rimase ucciso Kenwey e in pochi sopravvissero.

Uno di loro era il fratello del Leodrillo, che rintracciò il luogo segreto della famiglia DraGufo, grazie alle coordinate inviate da Jango, annunciando loro la fine della guerra e la morte del cacciatore James Kenwey.

Complimenti ai ragazzi per la loro fantasia nel creare nuovi animusi e grazie per averci raccontato le loro storie. 

Con questi due racconti salutiamo la 2C della scuola Scafiti, al prossimo anno!

E noi, a presto, con nuove storie,

Claudia :)



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